Gennaio, 2017

28Gen(Gen 28)11:00L’Angelo del Tempo - Ex Novo Ensemble - Sandro Cappellettoper la Giornata della Memoria - musiche di O. Messiaen11:00 Genere:Da camera,Educational,Per tutte le età,Stagione 2016-2017acquista ONLINEbiglietteria

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(Sabato) 11:00

Dettagli

 

L’Angelo del Tempo

Olivier Messiaen, Quartetto per la fine del Tempo

Per la Giornata della Memoria

 

Sandro Cappelletto voce narrante

Ex Novo Ensemble
Davide Teodoro clarinetto
Carlo Lazari violino
Carlo Teodoro violoncello
Aldo Orvieto pianoforte

 

– ATTENZIONE l’orario di inizio spettacolo è stato spostato alle ore 11.00 –

 

La ricostruzione delle circostanze eccezionali, perfino incredibili, in cui Messiaen, nel 1941, prigioniero dei tedeschi, scrive questo capolavoro. La forza visionaria della musica che invita comunque a sperare, a credere in un futuro diverso, pacificato.

 

 

Il Quartetto per la fine del Tempo
Nacque nel campo di concentramento di Görlitz uno dei capolavori di Olivier Messiaen

Fra le composizioni del musicista francese Olivier Messiaen (1908-1982), il Quatuor pour la fin du Temps (Quartetto per la fine del Tempo) occupa un posto di sicuro riguardo. Quando si ascolta questo capolavoro della musica del Novecento, non si può fare a meno di pensare al contesto in cui è nato ed è stato inizialmente eseguito, ovvero il campo di concentramento di Görlitz in Slesia. Lì l’autore era internato, nel 1940, insieme ad altri 30.000 soldati, in prevalenza connazionali, catturati dalle truppe tedesche. Tra i suoi compagni di prigionia c’erano il violinista Jean Le Boulaire, il clarinettista Henry Akoka e il violoncellista Étienne Pasquier. La presenza di bravi musicisti, e di un noto compositore, giunse all’orecchio dei responsabili del lager, che chiesero a Messiaen di scrivere un trio. Al proposito si narra che, mentre le Boulaire e Akoka, quando erano stati fatti prigionieri, avevano lo strumento con loro, Pasquier ne era privo. Doveva quindi recuperare un violoncello e, dopo aver reperito miracolosamente i fondi necessari, ebbe il permesso di recarsi, scortato, da un liutaio di Görlitz per acquistarlo. Il caso volle, poi, che Messiaen, mentre lavorava alla ristrutturazione di una baracca destinata a diventare un teatro per i prigionieri, trovò un pianoforte, malconcio, ma ancora utilizzabile. Il trio divenne così un quartetto e, dopo numerose prove, il 25 gennaio 1941, il brano conobbe la prima esecuzione, nello Stalag VIII-A, con lo stesso Messiaen al pianoforte, davanti a 400 infreddoliti prigionieri di tutte le classi sociali e a numerosi ufficiali tedeschi. La composizione, che da quel momento ha conosciuto una costante notorietà, risulta divisa in otto movimenti, ognuno dei quali presenta un personaggio o una vicenda riportati nell’Apocalisse di San Giovanni. Dal punto di vista musicale, il Quartetto è attraversato da uno stile caratteristico del Novecento, con un linguaggio non sempre facile da recepire, ma che rende piuttosto bene le suggestioni riguardanti la fine del mondo. Le righe conclusive le dedichiamo al titolo, che possiede almeno altri due significati, oltre a quello strettamente apocalittico. Il primo è relativo alla fine delle “variazioni e divisioni, sottese al ritmo, che nell’eternità non avranno più senso”, come teneva a precisare l’autore nel descrivere la sua composizione, il secondo risulta collegato alla speranza che la guerra potesse terminare quanto prima.

 

 

Ex Novo Ensemble
Nato nel 1979 a Venezia dalla collaborazione tra un gruppo di musicisti ed il compositore Claudio Ambrosini, L’Ex Novo Ensemble rappresenta ormai una realtà di riferimento nel panorama internazionale della musica nuova. La continuità del lavoro comune, la coerenza artistica e professionale hanno consentito al gruppo di acquisire un carattere, un “suono” che gli sono riconosciuti dal pubblico e dalla critica dei principali festival e rassegne europei. L’impegno portato nell’approfondimento del linguaggio musicale contemporaneo è in seguito divenuto punto di partenza per la rilettura del repertorio classico e particolarmente d’alcune pagine affascinanti, destinate ad organici rari e tuttora poco note. Da mettere in rilievo le molte prime esecuzioni assolute di lavori dedicati all’Ex Novo Ensemble, presentati al pubblico anche attraverso la registrazione di produzioni e concerti per le maggiori radio europee. Significativo infine il contributo alla diffusione della musica da camera del Novecento storico italiano testimoniato dalla prolungata collaborazione con importanti case discografiche.

 

Sandro Cappelletto
è nato a Venezia. Scrittore e storico della musica, ha pubblicato, tra l’altro, una biografia di Beethoven (Newton Compton 1986), un’analisi della Turandot (Gremese 1988), la prima biografia critica di Farinelli (La voce perduta, EDT 1995), un’inchiesta sugli Enti Lirici (Farò grande questo teatro!, EDT 1996) e il saggio Inventare la scena per la Storia del Teatro (Einaudi 2001). Autore di testi teatrali e per il teatro musicale, di programmi radiofonici e televisivi, è accademico dell’Accademia Filarmonica Romana e fa parte della commissione artistica della Scuola di Musica di Fiesole. Giornalista professionista, collabora con “La Stampa” e “Le Monde”.

 

 

 

 


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