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Marzo 2023
Ora
(Domenica) 17:00
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Teatro Ristori
via Teatro Ristori,7 - Verona
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Lo spettacolo nasce con l’intento di aprire una finestra storica sul periodo barocco: la musica del Seicento offre infiniti spunti narrativi e creativi proprio perché originata da un momento
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Lo spettacolo nasce con l’intento di aprire una finestra storica sul periodo barocco: la musica del Seicento offre infiniti spunti narrativi e creativi proprio perché originata da un momento storico ricco di inventiva e di scoperte. È l’epoca dei corsari, dei galeoni, dei grandi viaggi alla ricerca di favolosi tesori nascosti. La musica, concepita dai grandi compositori per stupire l’animo, non ha tempo né età. Il racconto di Elisabetta Garilli attiva la curiosità dei bambini e accende l’interesse verso un periodo storico pieno di protagonisti ed eroi, artisti e avventurieri.
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(Lunedì) 10:30
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via Teatro Ristori,7 - Verona
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Lo spettacolo nasce con l’intento di aprire una finestra storica sul periodo barocco: la musica del Seicento offre infiniti spunti narrativi e creativi proprio perché originata da un momento
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Lo spettacolo nasce con l’intento di aprire una finestra storica sul periodo barocco: la musica del Seicento offre infiniti spunti narrativi e creativi proprio perché originata da un momento storico ricco di inventiva e di scoperte. È l’epoca dei corsari, dei galeoni, dei grandi viaggi alla ricerca di favolosi tesori nascosti. La musica, concepita dai grandi compositori per stupire l’animo, non ha tempo né età. Il racconto di Elisabetta Garilli attiva la curiosità dei bambini e accende l’interesse verso un periodo storico pieno di protagonisti ed eroi, artisti e avventurieri.
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(Domenica) 17:00
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Lo scritto è suddiviso in nove quadri, nel rispetto del valore che Dante stesso ha dato al numero nove. Questi nove quadri sono titolati che saranno proiettati, in modo
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Lo scritto è suddiviso in nove quadri, nel rispetto del valore che Dante stesso ha dato al numero nove. Questi nove quadri sono titolati che saranno proiettati, in modo che il pubblico comprenda bene l’iter di Antonia e dunque del racconto stesso. La musica originale, eseguita dal vivo, scritta dal compositore bolzanino Luca Sticcotti, utilizzando anche le nuove tecnologie, rifacendosi al testo letterario sottolineerà le sensazioni, gli stati d’animo e le suggestioni che si susseguiranno.
La vicenda si svolge a Ravenna, durante la notte tra il 14 e il 15 settembre 1321.
Antonia Alighieri è nella sua cella, nel convento delle monache domenicane a Santo Stefano degli Ulivi. L’indomani terminerà il suo periodo di noviziato. All’alba prenderà i voti.
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via Teatro Ristori,7 - Verona
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Enea nello spettacolo compie due viaggi, uno fisico e uno metaforico. Il suo viaggio per mare è quello di un profugo di guerra come quelli che affollano
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Enea nello spettacolo compie due viaggi, uno fisico e uno metaforico. Il suo viaggio per mare è quello di un profugo di guerra come quelli che affollano oggi la nostra cronaca.
La tradizione romana, quindi, assegna il ruolo di predestinato alla fondazione della propria civiltà un uomo che, pur avendo una parte di DNA divino, è un uomo comune, sconfitto, sfortunato, pieno di dubbi e di incertezze.
Cosa ci impedisce di pensare che un uomo con le stesse caratteristiche di Enea, straniero, profugo, sommerso, non possa oggi essere veicolo di un bagaglio culturale degno di un impero come quello romano? E se Roma ha voluto accogliere dall’estero, dal paese di origine del profugo Enea, una cultura diversa, straniera e porla a fondamento della propria civiltà, cosa ci vieta di pensare che sia addirittura possibile la stessa cosa con i migranti che ci raggiungono?
Il viaggio metaforico che compie, nella discesa agli inferi, è il cardine del nostro spettacolo: scendere negli inferi significa avventurarsi nella parte più oscura, alla ricerca dei nostri desideri, delle nostre ombre e delle nostre estreme possibilità.
Duemila anni fa l’imperatore romano Augusto sentì la necessità di far coincidere l’origine leggendaria di Roma con l’origine della sua famiglia, come a voler rintracciare la propria identità in quella di Roma. Duemila anni dopo, lo spettacolo, seguendo le tracce di Enea, ci invita a consultare la nostra personale Sibilla, a scendere nei nostri inferi, a dare un nome alle nostre tragedie, a compiere un viaggio per poter rintracciare le origini della nostra identità e collocarla all’interno di una comunità più ampia.
Lo spettacolo è consigliato per bambini e ragazzi a partire dai 12 anni
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