È incredibile constatare come i sentimenti non siano legati a una determinata cultura, ma siano davvero universali. Si parte dal sommo Bach che, con la sua prima Partita, dipinge un perfetto parlamento musicale, che unisce tutta la cultura europea, dalla Germania alla Francia fino all’Italia, senza però dimenticare l’Oriente, attraverso una delle Sarabande più travolgenti e immaginifiche della sua produzione tastieristica.
Mozart, con la sua apparente leggerezza cristallina, nasconde in questa Fantasia in re minore un una malinconia a tratti struggente, che testimonia la profondità di un genio che non finisce mai di stupire.
Si prosegue con la magia e profondità delle quattro mazurche del poeta del pianoforte Chopin. R. Schumann a proposito delle mazurche diceva: “se lo Zar della Russia avvertisse anche nelle semplici melodie delle mazurche di Chopin una presenza pericolosa e una minaccia ne proibirebbe la musica. Le opere di Chopin sono cannoni sepolti sotto i fiori”.
Dopo Chopin, passiamo a Bartòk nelle danze rumene, dalla fortissima matrice popolare, che esprimono sentimenti differenti amalgamati ad un virtuosismo da giocoliere.
Il ritorno a Bach con il “Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo” è un omaggio a mio fratello, l’unico della mia famiglia che vive tutt’ora in a Teheran, con il quale saltuariamente parlo per telefono utilizzando codici e metafore per carpire informazioni sulla drammatica situazione che sta vivendo il popolo iraniano.
E a questo punto mi viene spontaneo eseguire una melodia di Anoushiravan Rohani molto popolare in Iran “Gole Sangam”, che significa “Sono un fiore di pietra”, che risveglia in me il ricordo di bambino quando l’ascoltavo insieme ai miei genitori in auto nel viaggio che ci portava sulle sponde del Mar Nero per trascorrere le vacanze estive.
Ascoltatela e ditemi se il sentimento, la malinconia che esprime questa melodia, non è paragonabile a quella di Bach, Chopin o Mozart: certo, non siamo agli stessi livelli di perfezione compositiva, ma l’anima di questo brano tocca le stesse corde dell’anima, la fa vibrare in egual modo perché, come ho detto all’inizio, i sentimenti sono universali, come i diritti dell’uomo che in molte parti del mondo sono continuamente calpestati.
Questo è il ponte ideale che vorrei creare tra oriente e occidente, tra Paesi dove la libertà e data per scontata e altri come l’Iran dove stanno cercando di conquistarla con il sangue, per far sì che i sentimenti positivi comuni a tutte le culture prevalgano sulla logica del potere, delle repressione e della guerra.