Febbraio 2023
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via Teatro Ristori,7 - Verona
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Tratto dall’omonimo romanzo di Guus Kuijer, che gli è valso il Premio Andersen 2010, Il libro di tutte le cose è un potente testo di
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Tratto dall’omonimo romanzo di Guus Kuijer, che gli è valso il Premio Andersen 2010, Il libro di tutte le cose è un potente testo di formazione per ragazzi (lo spettacolo è consigliato a tutti a partire dagli 8 anni). L’idea di base di questo spettacolo è “nascondere” Thomas per renderlo ancora più “visibile”. Lui come gli spettatori vede la scena, le situazioni, il susseguirsi degli eventi. Lui ne conosce già gli esiti ma empaticamente partecipa con noi alla sorpresa di una storia mai sentita. Questi due piani di narrazione, il racconto vero e proprio e la messa in scena di tale racconto, scorrono contemporaneamente creando una continua frizione tra il percepito dello spettatore e la memoria di Thomas. In questo adattamento, fatto dallo stesso regista Lorenzo Bassotto e dall’aiuto regista Monica Ceccardi, gli spettatori assisteranno alle vicissitudini di Thomas, un bambino che vive in un mondo fantastico e si nutre di sogni vivi e coloratissimi, ama la ragazza più bella del mondo (che agli occhi degli altri però è zoppa e diversa), si confessa con una piantina che nella sua fantasia ha la voce di Gesù ed è fermamente deciso a diventare felice. Lo stesso Thomas, però, vive anche in un mondo cupo e doloroso, nel quale suo padre spesso diventa una strana e violenta creatura che getta lui, sua madre e sua sorella nello sconforto e nella paura. Ma Thomas, come ci racconta attraverso il suo diario, Il libro di tutte le cose appunto, troverà la forza in sé e fuori di sé per liberarsi e liberare la sua famiglia.
«L’intero spettacolo è un lento frantumarsi delle marionette – spiega il regista. – Ognuno, nella famiglia di Thomas, dovrà affrontare un viaggio al centro di sé stesso per liberarsi da tutto ciò che lo opprime. Un viaggio introspettivo che propone ai giovani spettatori una moltitudine di temi differenti e che guida lo spettatore a riflettere sulle proprie relazioni e di quanto possa essere trascurabile quanto ci è toccato in sorte perché in ogni momento si può trovare la propria famiglia “d’anima” grazie alla quale essere pienamente sé stessi».
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Thomas ha un padre severo e violento, che crede in un Dio altrettanto rigido. Thomas ha un segreto: vede cose che nessun altro vede.
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Thomas ha un padre severo e violento, che crede in un Dio altrettanto rigido. Thomas ha un segreto: vede cose che nessun altro vede. Thomas ha un sogno: ‘diventare felice’. E come gli dice una vicina di casa un po’ strega, un buon inizio è smettere di aver paura. Un successo internazionale, uno dei libri più importanti della letteratura olandese: un breve romanzo di formazione dall’umorismo surreale e irriverente, una storia meravigliosa sul potere della fantasia e la forza dell’unione.
Marzo 2023
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Lo spettacolo nasce con l’intento di aprire una finestra storica sul periodo barocco: la musica del Seicento offre infiniti spunti narrativi e creativi proprio perché originata da un momento
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Lo spettacolo nasce con l’intento di aprire una finestra storica sul periodo barocco: la musica del Seicento offre infiniti spunti narrativi e creativi proprio perché originata da un momento storico ricco di inventiva e di scoperte. È l’epoca dei corsari, dei galeoni, dei grandi viaggi alla ricerca di favolosi tesori nascosti. La musica, concepita dai grandi compositori per stupire l’animo, non ha tempo né età. Il racconto di Elisabetta Garilli attiva la curiosità dei bambini e accende l’interesse verso un periodo storico pieno di protagonisti ed eroi, artisti e avventurieri.
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Lo spettacolo nasce con l’intento di aprire una finestra storica sul periodo barocco: la musica del Seicento offre infiniti spunti narrativi e creativi proprio perché originata da un momento storico ricco di inventiva e di scoperte. È l’epoca dei corsari, dei galeoni, dei grandi viaggi alla ricerca di favolosi tesori nascosti. La musica, concepita dai grandi compositori per stupire l’animo, non ha tempo né età. Il racconto di Elisabetta Garilli attiva la curiosità dei bambini e accende l’interesse verso un periodo storico pieno di protagonisti ed eroi, artisti e avventurieri.
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Lo scritto è suddiviso in nove quadri, nel rispetto del valore che Dante stesso ha dato al numero nove. Questi nove quadri sono titolati che saranno proiettati, in modo
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Lo scritto è suddiviso in nove quadri, nel rispetto del valore che Dante stesso ha dato al numero nove. Questi nove quadri sono titolati che saranno proiettati, in modo che il pubblico comprenda bene l’iter di Antonia e dunque del racconto stesso. La musica originale, eseguita dal vivo, scritta dal compositore bolzanino Luca Sticcotti, utilizzando anche le nuove tecnologie, rifacendosi al testo letterario sottolineerà le sensazioni, gli stati d’animo e le suggestioni che si susseguiranno.
La vicenda si svolge a Ravenna, durante la notte tra il 14 e il 15 settembre 1321.
Antonia Alighieri è nella sua cella, nel convento delle monache domenicane a Santo Stefano degli Ulivi. L’indomani terminerà il suo periodo di noviziato. All’alba prenderà i voti.
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Lo scritto è suddiviso in nove quadri, nel rispetto del valore che Dante stesso ha dato al numero nove. Questi nove quadri sono titolati che saranno proiettati, in modo che il pubblico comprenda bene l’iter di Antonia e dunque del racconto stesso. La musica originale, eseguita dal vivo, scritta dal compositore bolzanino Luca Sticcotti, utilizzando anche le nuove tecnologie, rifacendosi al testo letterario sottolineerà le sensazioni, gli stati d’animo e le suggestioni che si susseguiranno.
La vicenda si svolge a Ravenna, durante la notte tra il 14 e il 15 settembre 1321.
Antonia Alighieri è nella sua cella, nel convento delle monache domenicane a Santo Stefano degli Ulivi. L’indomani terminerà il suo periodo di noviziato. All’alba prenderà i voti.
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Enea nello spettacolo compie due viaggi, uno fisico e uno metaforico. Il suo viaggio per mare è quello di un profugo di guerra come quelli che affollano
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Enea nello spettacolo compie due viaggi, uno fisico e uno metaforico. Il suo viaggio per mare è quello di un profugo di guerra come quelli che affollano oggi la nostra cronaca.
La tradizione romana, quindi, assegna il ruolo di predestinato alla fondazione della propria civiltà un uomo che, pur avendo una parte di DNA divino, è un uomo comune, sconfitto, sfortunato, pieno di dubbi e di incertezze.
Cosa ci impedisce di pensare che un uomo con le stesse caratteristiche di Enea, straniero, profugo, sommerso, non possa oggi essere veicolo di un bagaglio culturale degno di un impero come quello romano? E se Roma ha voluto accogliere dall’estero, dal paese di origine del profugo Enea, una cultura diversa, straniera e porla a fondamento della propria civiltà, cosa ci vieta di pensare che sia addirittura possibile la stessa cosa con i migranti che ci raggiungono?
Il viaggio metaforico che compie, nella discesa agli inferi, è il cardine del nostro spettacolo: scendere negli inferi significa avventurarsi nella parte più oscura, alla ricerca dei nostri desideri, delle nostre ombre e delle nostre estreme possibilità.
Duemila anni fa l’imperatore romano Augusto sentì la necessità di far coincidere l’origine leggendaria di Roma con l’origine della sua famiglia, come a voler rintracciare la propria identità in quella di Roma. Duemila anni dopo, lo spettacolo, seguendo le tracce di Enea, ci invita a consultare la nostra personale Sibilla, a scendere nei nostri inferi, a dare un nome alle nostre tragedie, a compiere un viaggio per poter rintracciare le origini della nostra identità e collocarla all’interno di una comunità più ampia.
Lo spettacolo è consigliato per bambini e ragazzi a partire dai 12 anni