Marzo, 2018

13Mar(Mar 13)20:30Joe Lovano Europa Quartetappuntamento conclusivo American Jazz Sound20:30 Genere:Jazz,Stagione 2017-2018acquista ONLINEBiglietteria

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(Martedì) 20:30

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JOE LOVANO EUROPA QUARTET

Joe Lovano sax
Antonio Faraò pianoforte
Pietro Ciancaglini basso
Roberto Gatto batteria

 

Sfida e spinge inesorabilmente le sue idee concettuali e tematiche in una ricerca di nuovi modi di espressione artistica e di nuovi modi per definire il concetto di jazz. Lovano ha vinto numerosi premi assegnatigli dalla critica più accreditata internazionalmente. Ha pubblicato 23 album celebrati sull’etichetta Blue Note con gli ultimi tre focus sul suo quintetto, Us Five.

 

Joe Lovano
Lovano è nato a Cleveland, Ohio nel 1952, e ha iniziato a suonare il sassofono contralto fin da bambino. Una foto infantile profetica di Lovano lo mostra cullato nelle braccia di sua madre insieme a un sassofono. Suo padre, che suonava il sax tenore Tony “Big T” Lovano, gli ha insegnato non solo le basi, ma anche i metodi interpretativi, i fraseggi e le dinamiche, portandolo regolarmente a spettacoli di artisti jazz internazionali come Sonny Stitt, James Moody, Dizzy Gillespie, Gene Ammons, e Rahsaan Roland Kirk.
Dopo la laurea, ha frequentato il famoso Berklee College of Music di Boston.
I primi concerti professionali di Lovano sono stati come musicista di supporto di vari organisti e un tour di tre anni con la Woody Herman Thundering Herd dal 1976 al 1979.
Lovano si è unito alla band Paul Motian nel 1981 e da allora ha lavorato e ha collaborato con John Scofield, Herbie Hancock, Elvin Jones, Charlie Haden, Carla Bley, Bobby Hutcherson, Billy Higgins, Dave Holland, Ed Blackwell, Michel Petrucciani, Lee Konitz, Abbey Lincoln, Tom Harrell, McCoy Tyner, Ornette Coleman, Jim Hall, Bob Brookmeyer e molti altri.
Negli ultimi anni, Lovano ha dedicato parecchio tempo a collaborare con altri due sassofonisti principali della sua generazione – Dave Liebman e Michael Brecker nel Summit Internazionale del sassofono. Nel 2008 Joe ha assunto la posizione di responsabile del gruppo SFJazz Collective. Fanno parte del “Collective” il trombettista Dave Douglas, il trombettista Robin Eubanks e il suo compagno di registrazioni al Blue Note il vibrafonista Stefon Harris. Si sono uniti a Miguel Zenon, Renee Rosnes, Matt Penman e Eric Harland in questo popolare gruppo di alcuni dei più emozionanti jazzisti di oggi.
Il progetto del 2008 chiamato Symphonica, nominato al Grammy, ha visto Joe Lovano interagire con la famosa WDR Big Band e con l’Orchestra WDR Rundfunke, che ha interpretato alcune delle composizioni più acclamate e apprezzate del sassofonista, arrangiate e dirette da Michael Abene.
Come Ben Ratliff ha affermato nel The New York Times, “è giusto dire che [Lovano] uno dei più grandi musicisti della storia del jazz”.

www.joelovano.com

 

Antonio Faraò
“Non mi capita spesso di essere sorpreso da registrazioni di musicisti, come lo sono stato quando per la prima volta ascoltai uno degli ultimi CD di Antonio Faraò. Ciò che mi ha colpito è stata la sensazione che ho sentito dentro di me. C’è talmente tanto calore, convinzione e grinta nel suo modo di suonare. Mi ha immediatamente attratto la sua concezione armonica, la gioia dei suoi ritmi e il suo senso di swing, la grazia e il cando re delle sue linee melodiche improvvisate. Antonio non è solo un ottimo pianista, è un grande”. Herbie Hancock

Autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, pianista ammirato da Herbie Hancock, ha suonato con i più prestigiosi artisti (Joe Lovano, Didier Lockwood, Miroslav Vitous, Jack Dejohnette, Chris Potter…). Antonio Faraò è da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani. Il suo stile è inconfondibile : una brillantezza tecnica con un impetuosa carica emotiva, una notevole vena compositiva e un travolgente senso ritmico.
Nato a Roma nel 1965, è nato in una famiglia dalle radici musicali ben salde (la mamma, nota pittrice e poetessa, e il padre, batterista jazz). Inizia a studiare pianoforte all’età di 8 anni, e subito si dimostra un bambino prodigio. La carriera solistica di Antonio Faraò è ricca di successi sin dal principio. Si ricorda la vittoria, ottenuta nella categoria “Nuovi Talenti”, al referendum indetto dalla rivista “Musica Jazz” (1991) e la chiamata a numerosi festival internazionali nei quali ha potuto suonare a fianco dei maggiori maestri del jazz contemporaneo (Lee Konitz, Steeve Grossman, Jimmy Owens, Charles Tolliver… ).
A suggellare un percorso musicale di per sé straordinario, nel 1998 arriva il più prestigioso dei riconoscimenti: il primo premio al “Concorso Internazionale Piano Jazz Martial Solal”, indetto dalla Città di Parigi ogni 10 anni. Un evento che ha lanciato Faraò ancora più intensamente nei circuiti europei della musica contemporanea, e lo ha portato ad incidere, dopo alcuni dischi prodotti in Italia, due album da leader per l’importante etichetta tedesca Enja Records: “Black Inside” nel 1998 e “Thorn”, nel 2001, in cui Faraò è accompagnato da Jack DeJohnette alla batteria, Chris Potter ai sassofoni tenore e soprano e Drew Gress al contrabbasso.
Realizza 4 dischi per l’etichetta italiana Cam Record “Far out” in quartetto con Bob Berg, e con le sue formazioni in trio “Encore”, “Takes on Pasolini” (con Miroslav Vitous e Daniel Humair) e “Woman’s Perfume” (con Dominique Di Piazza e André Ceccarelli).
Nel 2010 firma l’album “Domi” con l’etichetta francese Cristal Record/Jando Music con Darryl Hall al contrabbasso e André Ceccarelli alla batteria.
Il suo album “Evan” (2012 – Cristal Record/Jando Music) si compone da un cast stellare di musicisti. Una scelta non casuale, sono musicisti che Antonio Faraò conosce bene da anni e con i quali ha già collaborato ed inciso. Con Ira Coleman nel 1999 registra il suo cd “Black Inside”, con Joe Lovano nel 2000 registra un album con il quintetto di Giovanni Tommaso e si esibisce al North Sea Jazz Festival in Olanda, e con Jack Dejohnette firma l’ album “Thorn” co-prodotto dallo stesso Jack.
Il 30 aprile 2015 Antonio Faraò ha partecipato a Parigi all’ International Jazz Day evento mondiale del jazz organizzato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite assieme a Herbie Hancock, Wayne Shorter, Dee Dee Bridgewater, Marcus Miller, Al Jarreau…e molti altri.
Lo stesso anno, registra il suo nuovo album in quartetto “Boundaries” con Universal Verve Italia.
Dal 2015, è il direttore artistico del festival di jazz UnoJazz Sanremo che ha ospitato i più prestigiosi artisti jazz internazionali.
Nel 2017 esce il suo nuovo album Eklektik (Warner Music) con diversi featuring internazionali : Snoop Dogg, Marcus Miller, Bireli Lagrène e molti altri.

 

Roberto Gatto
Inizia a suonare la batteria sin da bambino, seguendo suo zio Roberto Senzasono, batterista professionista alla fine degli anni Sessanta (Richky Shayne- Crisalide-Folks-Reale Accademia di Musica).
Dopo alcune apparizioni appena adolescente nell’ambito del rock-progressive, esordisce come batterista jazz nel 1975 con il Trio di Roma insieme a Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli.
Ha poi collaborato con moltissimi artisti, tra i quali si possono ricordare: Mina, Teresa De Sio, Lucio Dalla, Pino Daniele, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Ivano Fossati, Riccardo Cocciante, Sergio Caputo, Gilberto Gil, Riz Ortolani, Ennio Morricone, Domenico Garzone (Mimmo Magic).
In ambito più strettamente jazzistico vanno citati i suoi lavori con alcuni nomi del calibro di Luca Flores, George Coleman, Enrico Pieranunzi, Lanfranco Malaguti, Chet Baker, John Scofield, John Abercrombie, Billy Cobham, Richard Galliano, Joe Zawinul, Pat Metheny. Ha inoltre ricevuto vari riconoscimenti come miglior batterista italiano, nel 1983 dal mensile Fare musica, nel 1991 e nel 1992 da Guitar club, e nel 1993 dalla rivista Percussioni.
Oltre alla composizione di colonne sonore con Maurizio Giammarco per Nudo di donna di Nino Manfredi e con Battista Lena per Mignon è partita, Verso sera e Il grande cocomero di Francesca Archibugi, si segnala la sua intensa attività concertistica che lo ha spinto a suonare a ben dieci edizioni dell’Umbria Jazz Festival e a tenere concerti in celebri teatri come l’Olympia di Parigi per il Paris Jazz Festival, al Berklee School Auditorium di Boston e al Blue Note Jazz Club di New York.
Nel 1995 ha suonato nel primo album di Claudio Cusmano, Cammino personale, registrato presso l’AMS Italia.
Nel 1997 il direttore Laurent Cugny della francese Orchestre National de Jazz lo chiama per un tour in Francia ed alcune date in Italia.
Ultimamente si dedica all’attività solistica e suona spesso con la formazione del trombettista Enrico Rava.
Il 30 aprile 2008 il Gruppo l’Espresso pubblica il disco Omaggio al Progressive Rock, registrazione di un concerto tenuto alla Casa del Jazz di Roma il 7 aprile dello stesso anno.

 

Pietro Ciancaglini
Nato a Roma nel 1975, si è diplomato al Conservatorio “L. Refice” a Frosinone. Ha iniziato la sua attività professionale nel 1993 con il quartetto Ettore Fioravanti e il trio Stefano D’Anna.
Dal 1994, dopo aver frequentato il laboratorio jazz di Siena, ha iniziato a collaborare con grandissimi musicisti in diversi concerti e sessioni di registrazione con la grande band di Mario Raja, Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Rita Marcotull e molti altri. Nel 2001 ha iniziato l’attività con il quintetto High Five (Daniele Scannapieco, Fabrizio Bosso, Luca Mannutza, Lorenzo Tucci), uno dei più importanti gruppi jazz italiani.

 

 

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nella foto Joe Lovano (© Jimmy Katz)

 

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