Marzo, 2019

29Mar(Mar 29)20:30Charlie Chaplin - IL MONELLO (The Kid) - I VIRTUOSI ITALIANI - TIMOTHY BROCK direttoreProiezione del film con l’esecuzione integrale dal vivo della colonna sonora originale20:30 Genere:Fuori abbonamento,Stagione 2018-2019,Suonando Chaplinacquista ONLINEBiglietteria

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(Venerdì) 20:30

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CINE-CONCERTO

CHARLIE CHAPLIN
IL MONELLO
 (THE KID)

 

 I VIRTUOSI ITALIANI

TIMOTHY BROCK direttore

Proiezione del film con l’esecuzione integrale dal vivo della colonna sonora originale.

 

 

IL MONELLO, un sorriso e una lacrima. Nascita del cult di Chaplin

La versione restaurata del primo lungometraggio di Charlot, un’occasione per riscoprire un capolavoro che è entrato nella storia del cinema.
Un bambino birichino, che soppesa nella mano un sasso, pronto a lanciarlo ma nel prendere lo slancio incontra la divisa del poliziotto e lo seduce con il suo sguardo innocente. Ha fatto dietro di sé un sentiero di finestre rotte, non per capriccio o per dispetto, ma per necessità, per un mutuo accordo con un bambino birichino ormai cresciuto, quel Vagabondo che Charlot, ovvero Charlie Chaplin, aveva creato più di 100 anni fa e che ne Il Monello trova la sua prima storia a lungometraggio.
Il monello Jackie. Lo storico collaboratore di Chaplin, Roland Rollie Totheroh, raccontò come nacque il colpo di fulmine tra il trentenne regista e questo ragazzino che si esibiva al Grauman’s Chinese Theater insieme al padre. Dopo averlo visto a teatro Charlie aveva incontrato tutta la famiglia Coogan e si rese conto subito che il bambino aveva del talento e disse: “Voglio fare un film con questo bambino, ho avuto un’idea”. Così nacque Il Monello, storia di un trovatello che la madre abbandona per indigenza e il Vagabondo Charlot salva adottandolo. A cinque anni il bambino e il papà adottivo hanno elaborato una pratica consolidata: il ragazzino spacca vetri e l’uomo arriva poco dopo, il kit da vetraio pronto a ripararlo, certo il tempismo mette in allerta una guardia ma i due riescono sempre a farla franca. Quando, a causa di una brutta influenza, il medico viene a far visita al monello scoprendo che il Vagabondo non è il padre naturale scatta la denuncia e la volontà di separarli, ne seguono scene drammatiche e anche un inseguimento sui tetti piuttosto comico, fino al finale conciliatorio che fa ritrovare al bambino la mamma diventata ormai una stella del teatro. D’altronde la prima didascalia è chiara: “un film con un sorriso – e, forse, una lacrima”.
Fuga rocambolesca con la pellicola in una causa di divorzio. Per i critici Il Monello è il film in cui emerge, più chiaramente che nei corti, la vena malinconica di Charlot, d’altronde i diciotto mesi di lavorazione del film erano coincisi con alcuni dei momenti più drammatici della vita di Chaplin. La sua prima moglie, Mildred Harris si era fatta sposare adducendo ad una gravidanza inesistente, poi una volta sposati aveva avuto un bambino che era nato con una malformazione ed era morto tre giorni dopo la nascita. Questa tragedia aveva colpito profondamente Chaplin e minato la relazionegià in crisi, poco tempo dopo nel pieno del montaggio del film era iniziata la battaglia legale del divorzio. Come raccontava ancora l’amico e collaboratore Totheroh, “dovemmo lasciare la città perché i legali minacciavano di pignorare tutti i beni di Charlie. Dopo aver arrotolato i negativi originali dentro i barattoli di caffé divisi in rulli da 60 metri, imballammo tutto in dodici casse e ci incontrammo con Charlie al deposito di Santa Fé. Ci sedemmo a un tavolo e non appena Charlie si tolse gli occhiali da sole, un ragazzino iniziò a urlare “Charlie Chaplin! Charlie Chaplin!” così dovemmo andarcene via. Ci trasferimmo a Salt Lake City dove trascorremmo un paio di settimane. Aveva tutto quello che possedeva in un’unica valigia, che io chiamavo la “valigia nera”.
La prima del 1921 e la celebrazione del 1972. Il 21 gennaio del 1921 finalmente Il Monello incontrava il suo pubblico, migliaia di persone erano venute a celebrarlo alla Carnagie Hall, costringendo la polizia di New York a chiudere l’isolato al traffico. Il film fu un successo straordinario in tutto il paese, rimanendo in cartellone per mesi, a marzo il Kinema Theater di Los Angeles proietta Il Monello quattro volte al giorno, accompagnato e sincronizzato dal vivo da un’orchestra sulla base di una selezione fatta da Chaplin di brani di musica classica e contemporanea. All’estero il film avrà anche un grande successo ma circolerà in versioni che non corrispondevano perfettamente all’originale voluto dal maestro. Nel 1972 dalla sua residenza svizzera, Chaplin aveva lasciato gli Stati Uniti ormai da vent’anni accusato di maccartismo, il regista decise di riprendere in mano Il monello. Tagliò alcune scene che riteneva superate dal tempo ma soprattutto compose di suo pugno diciotto distinti movimenti e affidò al suo fedele collaboratore Eric James il compito di trascriverle per partitura (su due pentagrammi). La sera del 4 aprile, pochi giorni prima di vedersi tributare un Oscar alla carriera che avrebbe dovuto ripagarlo almeno in parte dell’esilio a cui Hollywood lo aveva costretto, una folla immensa accoglieva Charlot all’entrata del Lincoln Center di New York per una prima della nuova versione de Il Monello con la nuova colonna sonora. Quella versione, completamente restaurata e restituita finalmente alla giusta velocità, grazie al minuzioso lavoro filologico di Timothy Brock, direttore e compositore che da anni dedica il suo impegno al cinema di Charlie Chaplin e alle sue musiche arriva ora ad un nuovo pubblico.

 

TIMOTHY BROCK

Riconosciuto ormai come uno dei massimi esperti al mondo nel campo della musica per film, Brock ha diretto importanti orchestre quali Royal Philharmonic Orchestra, Los Angeles Chamber Orchestra, Chicago Symphony, BBC Symphony, Orchestra della Radio Austriaca, Orchestra di S. Cecilia, tutte le principali orchestre di Francia, la Rotterdam Philharmonic, Tonhalle di Zurigo, Orchestra della Suisse Romande, Orchestra della Toscana, del Teatro Massimo di Palermo e del Comunale di Bologna; lo scorso anno è tornato alla Barbican con la BBC Symphony Orchestra, a Bruxelles con la Brussels Philharmonic ed è ospite ogni anno alla Konzert-
haus di Vienna. Nel dicembre del 2011 ha debuttato alla Salle Pleyel di Parigi; nel corso della stagione 11/12 si è esibito per ben due volte con la New York Philharmonic dove è tornado nuovamente lo scorso anno con ben 5 concerti in USA e Cina.
Ha debuttato anche a Kuala Lumpur, Lisbona, ed è tornato ad esibirsi a Madrid, Parigi, Lione, Londra, Glasgow, Vienna, Roma, Firenze, Milano, Torino e in numerose altre città. Nato ad Olympia nello stato di Washington nel 1963, è attivo come direttore e compositore, specializzato nel repertorio della prima metà del XX secolo e in rappresentazioni di film muti con accompagnamento musicale. Tra le sue composizioni si segnalano tre sinfonie, due opere e diversi concerti per strumento solista e orchestra, nonché oltre 20 colonne sonore originali per film muti e durante la sua carriera ha presentato oltre 30 prime esecuzioni per il Nord America, di autori quali Šostakovič, Eisler, Schulhoff ed altri. Timothy Brock ha scritto musiche per film di Buster Keaton (The General, One Week e Steamboat Bill Jr), Ernst Lubitsch (Il ventaglio di Lady Windermere), Robert Wiene (Il gabinetto del Dr Caligari), F.W. Murnau (Faust, Aurora), Fu Mattia Pascal, un capolavoro della cinematografia europea degli anni Venti, e per 3 Bad Men l’ultimo western muto di John Ford e molti altri ancora; inoltre ha restaurato celebri colonne sonore quali Nuova Babilonia di Šostakovič e Cabiria di Pizzetti/Mazza. Recentemente ha ricevuto commissioni per nuove partiture dalla Los Angeles Chamber Orchestra, dalla Konzerthaus di Vienna (Frau im Mond – 2017), dall’Orchestra di Lione, dalla 20th Century Fox, dal Teatro de la Zarzuela de Madrid.
Nel 1999 la Fondazione Chaplin ha chiesto a Brock di restaurare la partitura originale per Tempi Moderni: da quel momento è iniziata una proficua collaborazione tra la famiglia Chaplin e la Cineteca Nazionale di Bologna che ha portato al restauro delle musiche originali di tutti i grandi capolavori di Charlie Chaplin, che Brock ha eseguito praticamente in tutto il mondo.

 

 

Il complesso de I VIRTUOSIITALIANI, nato del 1989, compie 30 anni di attività.
E’ una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama musicale internazionale, regolarmente invitata nei più importanti teatri, festival e stagioni in tutto il mondo. Viene loro riconosciuta una particolare attitudine nel creare progetti sempre innovativi, una costante ricerca nei vari linguaggi, oltre all’eccellente qualità artistica dimostrata in anni di attività.
Numerose sono le collaborazioni con solisti e direttori di rilevanza internazionale.
Hanno collaborato all’allestimento dell’Apollon Musagete di Stravinsky con il New York City Ballet; nel 2001 hanno eseguito tutte le opere in un atto di Rossini per l’Opera Comique di Parigi e hanno tenuto due concerti al Konzerthaus di Vienna.
I Virtuosi Italiani si sono esibiti per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani quali il Teatro alla Scala, il Teatro La Fenice, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la GOG di Genova, l’Unione Musicale di Torino, l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, il Teatro alla Pergola di Firenze, la Società Filarmonica di Roma, il Teatro Rossini di Pesaro, la Società del Quartetto di Milano e molti altri.
Numerose sono poi le tournée all’estero, con concerti nelle più importanti sale del mondo.
L’attività discografica è ricchissima, con più di 100 cd registrati per le maggiori case discografiche ed oltre 500.000 dischi venduti in tutto il mondo.
L’ultima registrazione per la prestigiosa casa discografica Deutsche Grammophon, dedicata a una monografia di Morten Lauridsen, è stata pubblicata nel settembre 2018.
L’attenzione dei Virtuosi alla ricerca filologica li ha condotti a esibirsi nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali.
Proprio in quest’ambito sono usciti i DVD per UNITEL CLASSICA delle opere di G.B.Pergolesi “Il Prigionier Superbo”, “La Serva Padrona” e “La Salustia”, dirette da Corrado Rovaris e di G. B. Spontini “La Fuga in Maschera” sempre diretta da Corrado Rovaris.
Nel segno della versatilità e dell’attenzione riservata ad una scelta di repertorio mirato al coinvolgimento di un pubblico sempre più vasto con una particolare attenzione ai giovani, significativo è, inoltre, l’interesse da sempre dimostrato dal gruppo per il repertorio di confine. Da qui la nascita di collaborazioni e progetti con artisti come Franco Battiato, Goran Bregovic, Uri Caine, Chick Corea, Paolo Fresu, Ludovico Einaudi, Michael Nyman, Cesare Picco, Enrico Rava, Antonella Ruggiero, Gianluigi Trovesi, Richard Galliano e molti altri.

 

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